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Volunteering

Una collezione di vasetti per farmacia in maiolica presso il Museo dell’Ordine di San Giovanni

Museum of the Order of St John Alberto Filippo Rapisarda, Collections Volunteer

Dal 15 aprile 2019 al 17 maggio 2019 Alberto Filippo Rapisarda, uno studente dell’Università di Udine in Italia, ha intrapreso un’indagine approfondita sulla collezione del Museo di vasetti per farmacia in maiolica. La ricerca risultante ha notevolmente migliorato la documentazione di questa importante parte della collezione del Museo e ha anche sollevato una serie di domande interessanti.

Il Museo dell’Ordine di San Giovanni di Londra custodisce una collezione di trenta vasi da farmacia in maiolica, pervenuti soprattutto tra il XIX e il XX secolo attraverso donazioni o acquisti. Questi splendidi manufatti sono esposti nelle sale del Museo, ad eccezione di alcuni pezzi conservati nei depositi dello stesso istituto.

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Lo stesso barattolo di farmacia in maiolica fotografato da tre diverse angolazioni.

Le precedenti notizie sulla collezione, contenute nel database del Museo, riguardavano poche ed essenziali indicazioni relative ad ogni vaso (nome, breve descrizione, note d’acquisizione); pertanto è stata ritenuta necessaria un’analitica revisione delle informazioni pregresse. Lo studio ha riguardato i vasi  identificati con i seguenti numeri d’inventario: 3501, 3502, 3503, 3510, 3511, 3512, 3513, 3514, 3515, 3516, 3517, 3518, 3519, 3520, 3522, 3523, 3524, 3525, 3526, 3527, 3528, 3529, 3530, 3531, 3532, 3533, 3580, 3581.

Le attività stabilite in sede di programmazione sono state:

  • manipolazione degli oggetti;
  • campagna fotografica per ognuno dei vasi;
  • acquisizione delle informazioni materiali (misure, descrizione, etc.);
  • report delle condizioni;
  • ricerca storico-artistica, tecnica, e della provenienza;
  • sopralluoghi presso le principali collezioni inglesi al fine di individuare manufatti simili;
  • proposta di interpretazione per ogni manufatto.

Gli obbiettivi previsti sono stati i seguenti:

  • redazione del catalogo completo della collezione che includesse gli esiti della ricerca e un esaustivo report fotografico per ciascuna maiolica;
  • produzione di contenuti divulgativi, in italiano e in inglese, per il sito web del Museo.

 

Il tirocinio, da me svolto, è stato coordinato da Abigail Cornick, tutor del Museo, e dal professor Maurizio D’Arcano Grattoni, tutor per l’Università di Udine.

Il lavoro presso il Museo è stato preceduto da un’attività di ricerca finalizzata all’acquisizione di strumenti bibliografici, storiografici, tecnici e formali, in materia di vasi da farmacia in maiolica; tale ricerca è stata condotta in alcuni dei principali musei italiani e presso biblioteche specializzate.

Il lavoro di studio e catalogazione è stato inoltre preceduto da un’attenta ricognizione visiva dei vasi esposti nelle sale del Museo e da una provvisoria campagna fotografica: ciò ha permesso di effettuare una prima comparazione stilistica e formale tra i pezzi custoditi nel Museo e le numerose collezioni tipologicamente affini, edite in importanti pubblicazioni scientifiche o accessibili attraverso cataloghi online. Al contempo si è potuta svolgere una prima verifica dei dati pregressi.

Una seconda campagna fotografica, realizzata utilizzando una strumentazione professionale e uno sfondo neutro, ha permesso di acquisire immagini dei manufatti ad alta risoluzione, ritratti nelle posizioni principali (fronte, retro, destra, sinistra, alto, basso) oltre che nei peculiari dettagli stilistici e formali. Durante questa fase è stato inoltre possibile osservare gli oggetti da vicino; in tal modo si è potuto valutare lo stato di salute di ogni manufatto e sono state verificate le misure precedentemente acquisite (altezza, larghezza, diametro di base, diametro d’apertura, circonferenza massima). Queste informazioni sono state registrate in documenti temporanei e successivamente traferite nel database.

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Vaso farmacia in maiolica numero 3527 fotografato da tre diverse angolazioni.

L’utilizzo delle immagini ad alta risoluzione è stato determinante per svolgere il lavoro di ricerca e interpretazione. Gli strumenti utilizzati in questa fase sono stati i seguenti:

  • consultazione di bibliografia specifica, rintracciata nelle principali biblioteche di settore (MIC Faenza, Castello Sforzesco Milano, Udine, Caltagirone, Palermo, Londra);
  • consultazione dei cataloghi online dei principali musei e gallerie d’arte;
  • visita presso le principali collezioni ceramiche italiane e inglesi (MIC di Faenza, Milano Castello Sforzesco, Palazzo Davanzati Firenze, V&A di Londra, British Museum di Londra, Wallace Collection di Londra, Ashmolean Museum di Oxford, Fitzwilliam Museum di Cambridge) per individuare o verificare affinità tipologiche tra i manufatti custoditi presso questi istituti e i vasi del Museo dell’Ordine di San Giovanni;
  • comparazioni relative alle tecniche, ai materiali utilizzati, allo stile, ai decori, alle iscrizioni e agli emblemi;
  • confronto con alcuni dei massimi esperti della disciplina.

È stato inoltre possibile consultare una bibliografia specifica presso la National Art Library di Londra.

Decisamente proficuo è stato inoltre il confronto con la dottoressa Dora Thornton, il professor Timothy Wilson e il dottor Jeremy Warren, con i quali è stato possibile ragionare in merito agli esiti della ricerca. I tre studiosi hanno accolto positivamente le proposte interpretative, fornendo ulteriori utili chiavi di lettura per una migliore interpretazione delle informazioni acquisite.

 

Gli esiti della ricerca hanno permesso di conseguire una documentazione esaustiva relativa ad ognuno dei manufatti, consentendo altresì di individuare alcuni pezzi di particolare prestigio e qualità.

Tuttavia una serie di questioni necessitano di ulteriori approfondimenti; per questo motivo sarà necessaria una seconda fase di studio, con la quale si cercherà di rispondere alle seguenti questioni:

  • identificazione delle botteghe di provenienza di alcuni manufatti;
  • ricerca di ulteriori confronti, utili a confermare le interpretazioni proposte;
  • approfondimento delle relazioni tra i pezzi custoditi nel Museo e la storia dello stesso;
  • disamina del vecchio catalogo cartaceo e dei registri di attribuzione;
  • studi più approfonditi relativi agli acquisti e alle donazioni.
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